4 mar 2021

L’uomo che piantava gli alberi

Per chi non lo avesse ancora fatto, leggere L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono deve essere un impegno preciso. Chi sceglie di togliere un po' di spazio all'immaginazione e preferisce immergersi direttamente in una profonda emozione, troverà nel video di 30 minuti, qui di seguito, una incredibile sorpresa.

È uno di quei racconti impossibili da dimenticare. Per come è scritto, per cosa racconta e per quello che dà in eredità. 
Ci sono grandi insegnamenti da apprendere: il rapporto dell’uomo con la natura, l’influenza che essa può avere sulla vita degli esseri umani, l’inutile rivalità tra i popoli. Si capisce la fondamentale importanza degli alberi e dell’acqua.

Una foresta intera viene rigenerata, senza mutazioni genetiche, senza interessi economici, ma perché l’uomo di cui si parla «aveva pensato che quel paese sarebbe morto per mancanza d’alberi. [E], non avendo altre occupazioni più importanti, s’era risolto a rimediare a quello stato di cose». 
Ed è così che si ritrova ad essere altrettanto efficace di Dio durante un periodo storico costellato di distruzioni e abbandoni (Prima e Seconda guerra mondiale). Difendere gli alberi non è sentimentalismo né verde fanatismo, ma una reale attenzione verso delle creature viventi verso le quali saremo sempre in debito. Perché, se non vi fossero le piante, noi come staremmo ora?

Senza perdersi in giri di parole, il racconto di Giono descrive il magnifico ciclo della natura, come essa si rigeneri, in questo caso con un piccolo grande aiuto. Con gli alberi i venti si sono mitigati e invece che sferzate portano semi; l’acqua trova nuovi corsi, viene filtrata dalla radici e con la rinascita della natura riappare una «certa ragione di vivere».


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